Il fegato è un eroe silenzioso, che lavora instancabilmente per disintossicare il corpo, regolare gli ormoni, bilanciare la glicemia e favorire la digestione. Ma quando è sotto stress, non sempre invia segnali forti. Piuttosto, invia segnali sottili che qualcosa non va, segnali che vengono facilmente ignorati o trascurati.
Ignorare questi sintomi precoci può portare a patologie gravi come la steatosi epatica, l’epatite o persino la cirrosi epatica. La buona notizia? Il fegato è incredibilmente resistente e può guarire, se si riconoscono i segnali d’allarme in tempo e si interviene.
Ecco 15 segnali silenziosi ma gravi che indicano che il tuo fegato potrebbe avere problemi:
Solo a scopo illustrativo
1. Stanchezza costante
Ti senti sempre esausto, anche dopo una notte di sonno ristoratore? Un fegato pigro fa fatica a filtrare le tossine, causando un drastico calo di energia.
Cosa fare: dare priorità al sonno, mangiare cibi integrali e ridurre zuccheri e caffeina. Sostenere il fegato con verdure a foglia verde e alimenti ricchi di antiossidanti.
Una colorazione giallastra della pelle o degli occhi indica un accumulo di bilirubina, il che indica che il fegato non elabora i rifiuti in modo efficiente.
Cosa fare: consultare immediatamente un medico. Evitare alcol e cibi grassi per ridurre lo sforzo del fegato.
Solo a scopo illustrativo
3. Urina scura nonostante l’acqua bevuta
L’urina che rimane scura anche quando si è idratati può indicare che il fegato non filtra correttamente.
Cosa fare: bere più acqua e consultare un medico per effettuare degli esami della funzionalità epatica.
4. Feci pallide o color argilla
Il fegato produce la bile per la digestione. Se le feci sono pallide o color argilla, il flusso biliare potrebbe essere bloccato.
Cosa fare: monitorare la digestione e mangiare cibi che fanno bene al fegato, come carciofi, barbabietole e curcuma.
5. Dolore o gonfiore addominale
Dolore o gonfiore nella parte superiore destra dell’addome, dove si trova il fegato, possono indicare infiammazione o depositi di grasso.
