L’olio di semi è un grasso vegetale fluido ricavato dalla lavorazione e spremitura di semi oleosi, un alimento molto utilizzato in cucina e nelle preparazioni industriali. Se è vero che nella tradizione gastronomica italiana il condimento per eccellenza è l’olio extravergine di oliva, vero e proprio vanto della produzione nostrana, è anche vero che quello di oliva non è l’unico olio vegetale che troviamo in commercio e che utilizziamo per le nostre ricette.
Di girasole, di lino, di arachidi: sono davvero tante le varietà di olio di semi, un universo ampio e variegato fatto di fritture croccanti, grassi omega-3 e spremiture meccaniche. Grazie alla produzione intensiva e alla maggiore resa, l’olio di semi si presenta come un prodotto decisamente più economico rispetto a quello di oliva e alcune varietà possono essere impiegate anche a crudo. Cosa si intende per olio di semi? Come viene prodotto? Qual è il migliore olio di semi e come sceglierlo? Ecco tutto quello che c’è da sapere sull’olio di semi.
Olio di semi: come viene prodotto
Come si ottiene l’olio di semi? Se quello extravergine di oliva è prodotto, per legge, con spremitura a freddo, l’estrazione e la produzione dell’olio di semi può avvenire in due diversi modi: tramite “pressione meccanica” o con l’aiuto di solventi chimici. L’estrazione meccanica a freddo per pressione permette di mantenere inalterate le proprietà nutrizionali dei semi che vengono prima pressati e poi rettificati: con questo metodo si ottiene un tipo di olio dal sapore più gradevole e sicuramente più indicato per la cottura. Più veloce ed economico, il metodo di estrazione attraverso solventi chimici permette senza dubbio una maggiore resa ma è il sapore e la qualità del prodotto finale a risentirne.
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